Da sempre le mani in bocca sono indicative di una persona che sta vivendo un momento di stress, di disagio o di ansia. A qualunque età questo fenomeno si verifichi, infatti, solitamente esprime un modo che la nostra psiche ed il nostro corpo usa per auto-consolarsi e rilassarsi.

Quando inizia?

Questo “vizio” talvolta è presente fin dalla prima infanzia e talvolta addirittura fin dalla vita intrauterina, infatti alcuni feti mostrano già all’ecografia di essere capaci di succhiare il pollice. Tuttavia non preoccupatevi, questo non necessariamente vorrà dire che una persona sia condannata a perseverare in questa brutta abitudine per tutta la vita. Talvolta infatti è perfettamente naturale nei neonati portare le mani in bocca per esempio per succhiare il pollice, ciò a causa di diversi fattori:

1) I bambini sono nati per succhiare: è uno dei primi movimenti complessi che sono in grado di eseguire fin dai primi momenti di vita, che consente loro di nutrirsi e di sopravvivere.

2) L’azione della suzione calma il bambino: dopo aver smesso di allattare frequentemente i bambini piangono per poter succhiare ulteriormente e non perché abbiano ancora fame, ma perché l’azione della suzione “non-nutritiva” consente loro di tranquillizzarsi, ed è per questo il motivo per cui vengono utilizzati i succhiotti.

Molto spesso, dunque, la suzione del pollice ha un effetto benefico sull’umore del bambino, ed essendo in maniera particolare “a portata di mano” è, per tutti più comodo anche del succhiotto. È molto frequente infatti osservare dei bambini che portino il dito in bocca quando sono stanchi, per cullarsi prima di addormentarsi, quando sono concentrati a guardare la tv o quando sono spaventati. Altre volte queste abitudini posso comparire in seguito a qualche evento di grande cambiamento nella loro vita, come l’arrivo di un fratellino, il passaggio dall’addormentarsi con i genitori a all’addormentarsi da solo, l’ingresso a scuola o altro. In linea di massima questo comportamento non va condannato, ma deve essere corretto prima che si instaurino problemi per la dentizione.

 

Quali sono gli effetti collaterali?

Sebbene, dunque, la suzione delle dita abbia effetti benefici sulla tranquillità del bambino, il protrarsi di questo atteggiamento potrebbe comportare disturbi dell’allineamento dentario, della crescita ossea o della postura linguale. Infatti portare il pollice in bocca frequentemente provoca una inclinazione verso la lingua (ovvero verso l’interno della bocca) dei denti anteriori inferiori ed uno sventagliamento verso l’esterno della bocca degli incisivi superiori. Nei casi più gravi oltre a questo mal posizionamento dei denti si accompagna anche una deformazione del palato. Questo infatti può assumere una forma ogivale, riducendo anche di molto le sue dimensioni trasversali, arrivando al punto di non riuscire a coprire correttamente l’arcata inferiore. In questo caso si configura un quadro che viene denominato “morso crociato” o “cross bite” nei settori posteriori, come se il coperchio (in questo caso il palato) non riuscisse a coprire correttamente la sua scatola (l’arcata inferiore) rimanendo in bilico da un lato o da entrambi. Un’altra deformazione della occlusione che si può verificare in questi casi è il cosiddetto “morso aperto” o “open bite” che comporta l’incapacità degli incisivi superiori di coprire gli incisivi inferiori quando si chiude la bocca.

La suzione del pollice inoltre costringe la lingua in una posizione più bassa di quella usuale e questo potrebbe comportare sia difetti di fonazione con conseguente necessità di terapia logopedica, sia deformazioni nella crescita del mascellare inferiore.

Ovviamente non tutti questi effetti collaterali possono essere presenti se il bambino ha questa cattiva abitudine, ma esistono diversi quadri a seconda anche della tipologia di suzione che si effettua.

In particolare tutto dipende da se il bambino tiene il pollice o altre dita in bocca in maniera passiva o se effettua una suzione più o meno vigorosa.

Come rimediare?

Di solito si può aspettare che il bambino maturi e che spontaneamente rinunci a questa abitudine in maniera consapevole. Ciò accade intorno ai 6 anni di età il più delle volte. Se però la suzione viene effettuata in maniera piuttosto vigorosa e si instaurano precocemente delle deformità è bene aiutare il bambino a liberarsi di questo vizio.

Alcuni consigli pratici possono essere:

1)  La prima cosa da fare è rendere consapevole il bambino del fatto che mettere le mani in bocca non è una buona abitudine

2)  Cercare di fornire al bambino delle ragioni valide e originali per non continuare in questa abitudine (per esempio spiegando che mettere il dito in bocca è poco igienico e può far venire I “denti a coniglio” e dunque farlo diventare “brutto”)

3)  Cercare di invitare il bambino a limitare pian piano il tempo che tiene il dito in bocca, per esempio relegandolo all’inizio ad una abitudine da poter mantenere prima della nanna.

4)  Evitare di sgridare il bambino quando mette il dito in bocca, ma fargli notare se lo fa, in quanto questo gesto potrebbe essere talmente abituale da risultare quasi automatico.

Inoltre solo se il bambino mostra la volontà di voler smettere, ma ha difficoltà a controllare questo gesto automatico, si può :

5) Usare dei “guantini” per ricordare al bambino che il dito non deve finire in bocca. Di solito, infatti, sentire la differenza di sapore e di tatto non fa trarre al piccolo lo stesso godimento per cui potrebbe essere un deterrente

6) Unire insieme al pollice, o al dito che il bambino porta alla bocca, un altro dito attraverso l’uso di nastri adesivi o cerotti, in maniera tale che possa essere fisicamente difficile mettere il dito in bocca

7) Utilizzare un apparecchio ortodontico fisso per impedire fisicamente l’introduzione del sito in bocca..

Se tuttavia il bambino mostra di non voler assolutamente collaborare, l’ultimo consiglio da seguire è:

8) Lasciate cadere la questione, il bambino potrebbe decidere spontaneamente di abbandonare questa abitudine.

In ogni caso fate controllare il bambino dall’odontoiatra sia mentre persevera nell’abitudine di tenere le mani in bocca, sia dopo aver corretto questo comportamento, in modo da verificare se si siano instaurate delle condizioni dentarie patologiche.

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