Cos’è? da cosa è dovuto? quali terapie si devono affrontare in caso di edentulia parziale? e totale?
La più grande sfida dell’Odontoiatria sin dai tempi antichi è sempre stata la lotta contro la perdita dei denti. Negli ultimi anni, inoltre, con il prolungarsi della vita media e dunque con l’aumento dell’aspettativa di vita di un individuo, sempre più sono i pazienti che hanno la necessità di riabilitare una zona o più che hanno subito la perdita degli elementi dentari.
Ma quali sono le cause che più frequentemente portano alla perdita dei denti?
Sicuramente non esiste un solo fattore che può compromettere la vita di un elementi dentario ma se dovessimo elencarli in ordine di frequenza, dal più comune al più raro sicuramente dovremmo annoverare tra le cause:
- La parodontite;
- La carie;
- Traumi;
- Cause iatrogene.
La parodontite, ovvero la malattia degenerativa dei tessuti che sostengono il dente, sicuramente è tra le cause più comuni della perdita degli stessi. Essa provoca un progressivo indebolimento delle strutture che tengono salde i denti nella loro posizione, per cui con il progredire della patologia, qualora non intervenga un’adeguata e tempestiva terapia, gli elementi dentari iniziano a mostrare mobilità via via sempre più evidante fino alla loro caduta o estrazione. Data la enorme diffusione della malattia parodontale, specie nel sesso femminile ma con buona prevalenza anche in quello maschile,, questa insieme alla patologia curiosa rappresenta una delle cause più frequenti della perdita di denti.
La Carie può provocare la perdita degli elementi dentari qualora venga trattata troppo in ritardo rispetto ai danni che ha arrecato ai tessuti duri del dente. Dunque, un dente cariato è di solito trattato con successo attraverso la rimozione del tessuti malato e la successiva ricostruzione, tuttavia qualora la distruzione operata dalla carie sia troppo estesa, il dente potrebbe non essere suscettibile di trattamento di conservazione tale da garantirne il funzionamento nel tempo e può necessitare di estrazione.
Traumi ai denti, intesi sia come macrotraumi (incidenti, urti…) che come microtraumi (serramento o sfregamento delle due arcate), possono provocare fratture verticali o orizzontali del dente, che non sono riparabili attraverso un intervento odontoiatrico, o addirittura nel caso di urti molto forti addirittura avulsioni dei denti.
In ultimo vanno purtroppo anche annoverate le cause iatrogene, ovvero legate ad interventi odontoiatrici non adeguati, che talvolta possono compromettere la sopravvivenza del dente ancor più della patologia per la quale sono stati curati. Tuttavia questa evenienza è piuttosto trascurabile rispetto alle altre guà elencate.
Come trattare la perdita dei denti?
Liddove tutte le pratiche di prevenzione della perdita dei denti siano state già attuate senza successo, l’ultima cosa che rimane da fare è sicuramente la cosiddetta prevenzione terziaria, ovvero la riabilitazione del danno subito. In questo caso consisterà nel sostituire uno o più elementi mancati attraverso l’uso di protesi fisse o mobili.
Come riabilitare la perdita di un solo dente?
Sicuramente nel caso di una monoedentulia la protesi più comoda ed affidabile è quella di tipo fisso attraverso l’inserimento di un impianto osteointegrato, che fungerà da radice artificiale per sostenere una corona protesica realizzata in maniera personalizzata dall’odontotecnico, oppure attraverso l’uso di un ponte di più corone solidarizzate e stabilizzate a due elementi pilastro.
Come riabilitare la perdita di più elementi dentari?
Quando la perdita di denti interessa siti contigui o comunque localizzati sulla stessa arcata, le opzioni di riabilitazione possono spaziare dalla terapia protesica di tipo fisso a quella di tipo mobile, in base alle esigenze del paziente. Solitamente i presidi rimovibili sono più economici e meno invasivi da un punto di vista chirurgico rispetto a quelli fissi, tuttavia il loro ingombro è notevolmente maggiore rispetto a questi ultimi e questo riduce notevolmente il loro comfort. La protesi fissa di solito permette una migliore accettazione del manufatto da parte del paziente, che solitamente finisce per considerarlo parte integrante del proprio cavo orale. Tuttavia le varie opzioni protesiche sono talmente varie che vanno valutate attentamente dal dentista e dal paziente durante l’esame clinico, allo scopo di giungere al piano di trattamento che soddisfi al massimo le esigenze odontoiatriche, psicologiche, talvolta anche sociali, ed economiche del paziente.
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